“Cronaca di una morte annunciata”

“Cronaca di una morte annunciata”

Il pensiero di Gianna Paciello, Vice Presidente di Aida Partners, sul “processo che ha piano piano affossato uno degli strumenti più belli e accoglienti del mondo della cultura” 

Sono anni che si sente dire e lentamente si stanno avverando le previsioni.

 

Colpa di internet, dei social, di un mondo virtuale che ha preso il posto di quello reale?

 

Certo, tutti questi fattori hanno avuto un loro preciso ruolo in questo processo degenerativo che ha piano piano affossato uno degli strumenti più belli e accoglienti del mondo della cultura: il giornale.

 

D’altronde chi non ha mai provato quel senso di calore, di pace, di riconoscenza sfogliando un quotidiano davanti a un caffè? E’ un momento per noi, che presuppone l’utilizzo del tempo, quello che ci concediamo raramente ormai e che è fatto di tanti piccoli gesti ripetitivi e deliziosi. Lo sfogliare lentamente  le pagine di un giornale è già sintomo di relax ed espressione di amore per noi.

 

Ma torniamo al tema: la morte della stampa cartacea.

 

Si tratta di una cronaca di una morte annunciata, ahimè.

 

Chiunque lavori nel mondo della comunicazione poteva predirlo. E andrò controcorrente affermando che non è internet che ha ucciso la stampa. Sono gli editori. Quegli stessi editori illuminati che hanno creato testate innovative in tempi non sospetti e che hanno precorso i tempi rispondendo alle esigenze di un lettore che neanche le conosceva, le proprie esigenze.

 

Quegli stessi personaggi visionari hanno decretato la morte di un media meraviglioso. Perché vi chiederete?

 

Perché hanno smesso di pensare al lettore e hanno concentrato tutti i loro sforzi per rispondere alle esigenze dell’inserzionista, trasformando i periodici in vetrine di prodotti cosmetici e di moda tutti uguali o in raccolte di gossip di bassa lega e il quotidiano in un megafono di correnti politiche e di potere. Il tutto molto lontano da quello che dovrebbe fare un giornale: pura informazione.

 

E il lettore nel frattempo ha smesso di leggere o peggio ancora si è abbrutito e si è trasformato in un feroce seguace delle volgari trasmissioni che mettono in piazza gli affari degli altri.

 

Quindi gli editori hanno una doppia responsabilità: hanno distrutto i giornali e hanno peggiorato l’umanità.

 

Per carità, non hanno fatto tutto da soli…ognuno di noi ci ha messo del suo.

 

Ma si poteva evitare. Con un po’ di visione.

 

 

Gianna Paciello

Vice Presidente di Aida Partners

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